sabato 9 marzo 2019

Indian Wells report prime giornate

E' inizata nella desertica ma amena località di Indian Wells (ovvero i pozzi degli indiani, indiani che però sono misteriosamente spariti ...) il torneo di Indian Wells, da molti considerato il quinto slam in quanto:1) è un combined ovvero ci sono ragazzotti e fanciulle 2) c'è uno sproposistato numero di partecipanti ben 96, il che non è che sia garanzia di qualità, anzi tutt'altro 3) è in America, e quindi viene sopravvalutato per definizione. A parte queste considerazioni è sicuramente un torneo importante, ma non più di Madrid, Roma, CIncinnati o Pechino.
Per quanto riguarda la nostra materia, va segnalata l'assenza di Camila Giorgi unitamente a quella di Maria Sharapova, il che abbassa già la qualità del torneo. La prima è alle prese con un misterioso problema al polso, sui cui forse (ma speriamo di no) dovremo ritornare, la seconda è alle prese con  dolori alla spalla che già la tormentavano una decina di anni fa e che complicano parecchio i suoi sogni di gloria. Nelleprime giornate non c'è stato molto da segnalare. Altra sconfitta di Eugenie Bouchard, che ha avuto due problemi: l'avversaria, la sempre imprevedibile e talentuosa Kirsten Flipkens, che ha giocato sicuramente la miglior partita dal torneo (sull'erba) di Hertogenbosch, dove battè di fila Bertens e Sabalenka, e le sue condizioni fisiche. Se con la Halep aveva avuto problemi all'addome qui un brutto raffreddore (se non influenza) ha sicuramente influenzato la sua prestazione. Già perché il clima ad Indian Wells è tutt'altro che desertico in questo periodo di cambiamenti climatici (verso il freddo, mi sa...) tant'è che le temperature massime non arrivano ai 20 gradi. A dispetto di questo Eugenie ha disputato una partita del tutto dignitosa, perdendo col punteggio di 7-5. 3-6, 7-5, e quindi rischiando di vincere un  match equilibrato, in cui in realtà ha vinto un punto in più del'avversaria. C'è stata anche un piccolo furto arbitrale proprio nelle battute finali del match... A parte il risultato ancora segnali positivi dalla canadese, che speriamo si rimetta in fretta per disputare il torneino messicano di consolazione che potrebbe darle punti preziosi.
Meno incoraggianti le prestazioni di Stephens, a cui la svizzera Voegele ha rifilato un pesante 6-3 6-0, e di Kasatkina. La prima, più che una pantera nera, come la chiama qualcuno, assomiglia troppo spesso ad una gatta morta addormentata. Entra in campo troppo spesso con un'aria indolente, limitandosi a buttare la palla di là, ma senza nessuno schema tattico, e non essendo poi una grande difenditrice, finisce per perdere malamente molte partite, troppe per una top five. La Kasatkina è sempre stata una giocatrice strana e, a mio avviso, sopravvalutata: l'anno scorso ha vinto fortunosamente un po' di partite, che l'hanno proiettata in zone di classifica per lei probabilmente proibitiva: Quest'anno deve confermarsi, ed evidentemente è lei per prima convinta di non esserene all'altezza. Probabilmente quando sarà scesa abbastanza ritroverà le fila del suo gioco.
Di altra pasta rispetto a queste sembra fatta la Svitolina, capace di recuperare e vincere un match molto complicato contro la emergente Kenin.
Quest'ultima vale due parole: gioca un tennis ordinato e pulito, ancorché scolastico, possiede anche doti più che discrete di tocco e pare essere anche forte di testa, seppure alle volte tradisca un eccesso di nervosismo. è già alle soglie della top 30 e 14 nella Race. Facile prevedere un suo approdo stabile nella top 20, ma anche la top ten, tenuto conto dei margini di miglioramento in esperienza, è tutt'altro che fuori portata. Nella notte Serena ha battuto VIka Azarenka, match di altri tempi su cui non mi pronuncio non avendolo visto, ma le statistiche indicano troppi doppi falli da entrambe le parti, che però pare non si siano risparmiate. Non bene per Serena, che se corre troppo nei primi turni, poi non ha pià benzina nel serbatoio

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