martedì 20 febbraio 2018

Genie Bouchard si spoglia per Sport Illustrated

Ebbene come cantava Britney SPears, anche Genie può dire "I did it again!".
Ovvero l'ho fatto ancora) Che cosa? Semplice, un servizio fotografico per Sport Illustrated, che aveva già fatto l'anno passato, in compagnia di Caroline Wozniacki (una accoppiata difficilmente eguagliabile) e, mi pare di ricordare, Serena Williams (che però nessuno si filò, chissà come mai...).
In questo caso l'accoppiata vincente è con Sloane Stephesn, sua grande amica e compagna di doppio, però con tutto il rispetto per la simpatica Soane, non c'è stata partita. Se volete verificare...
Quindi, fatto il nostro dovere di "informare correttamente" possiamo tranquillamente svoltare verso una più confacente e soddisfacente "informazione tendenziosa e di parte" e dedicare il resto dell'articolo all'unica, vera, inimitabile Genie Bouchard, Divina Dea dei calendari.
ecco una modesta carrellata (ma proprio modesta)
Non si può altro che dire che dopo questo "servizio vincente" degno di Isner, il verdetto sia: game, set and Match for Bouchard!





venerdì 16 febbraio 2018

Doha 2018, grande match fa Caroline Wozniacki e Angie Kerber

Doveva accadere ed è accaduto, dopo quasi 2 anni le due amiche/nemichesi sono trovate di fronte ancora. L'ultima volta erano gli US Open 2016, e fu una vittoria netta, anche se non facile, per la nostra tedeschina. Ma adesso i rapporti di forza sono cambiati, Caro è numero uno ed Angie solo numero nove, seppure questo inizio 2018 l'ha rivista di nuovo protagonista: la partita non ha deluso le aspettative, anzi è andat anche oltre: grand scambi da fondo cambi ma anche attachi a rete, spesso eseguiti con successo da parte della danesina  e palle smorzate con grande efficacia da parte della teutonica. Alla fine ha prevalso Wozniacki, in virtù di una maggiore capacità di giocare i punti importanti e di una maggiore lucidità e forse anche di unamaggiore capacità di superare i momenti difficili. 7-6. 1-6 6-3 i punteggio finale, e qui gli Highlights per ricordare o vedere.



domenica 11 febbraio 2018

Lo slam di Caroline e la brutta figura di Gianni Clerici

 Domenica 28 gennaio, a casa dei  miei, dopo la bellissima finale femminile, mi capita sotto mano una copia de "La Repubblica" e, incautamente. leggo l'articolo di Gianni Clerici, pensando di leggere una cronaca non dico entusiastica, ma almeno vagamente obiettiva. Invece mi trovo di fronte ad un obbrobrio vero e proprio, una sorta di delirio scritto da una persona che sembra avere qualcosa di personale contro due bravissime tenniste e ragazze, che hanno dato vita ad una delle finali slam più belle ed appassionanti degli ultimi anni.
Va ricordato che Gianni Clerici è considerato uno dei più grandi commentatori di tennis italiani.
Personalmente ho sempre ritenuto ampiamente immeritato tale nomea. In realtà la sua fama deriva da un paio di libercoli non particolarmente di successo e dal fatto che, negli anni 80-90, fosse la spalla di Rino Tommasi, uno dei più validi giornalisti italiani, durante le telecronache che andavano in onda allora credo su Tele+ e forse per qualche tempo anche su SKY. In realtà il giornalista bravo è sempre stato Tommasi, capace di sciorinare statistiche a memoria, Clerici dal canto suo si limitava a dei commenti pseudo-ironici, di livello prima ginnasio per lo più, qualche volta divertenti, il più delle volte irritanti, se non insopportabili. A me dava l'aria del vecchio zio scemo e un po' maniaco sessuale,  non certo dell'esperto di tennis, forse al più, del pettegolo di tennis. Tra l'altro alcune sue teorie erano del tutto strambe, come quella che dietro la cacciavitata inferta da un tifoso della Graf a Monica Seles ci fossero i servizi segreti serbi (sic!).
Su la Repubblica il nostro si è sempre segnalato per il suo maschilismo e il pressapochismo dei suoi giudizi, sempre molto snobistici e ben poco documentati. Mi ricorda quando chiamava "Moby Dick" la Davenport, una giocatrice che ha passato quasi 100 settimane al numero 1, solo perché aveva il facciotto un po' pieno. O quando non fece il resoconto di una finale fra Safina e, credo, Kuznetsova, perché riteneva troppo brutte le due tenniste perché lui ne parlasse. Atteggiamenti del tutto maschilisti, oltre che molto stupidi. e poco professionali. Sull'altro lato è sempte stato pronto ad esaltare le due sorelle Williams, giustificando il fatto più che altro con le supposte doti sessuali dei neri (altro stereotipo che puzza di razzista) e nascondendo il tutto dietro l'ammirazione verso una tecnica che le due non hanno mai mostrato di possedere, col loro gioco atletico portato alle estreme possibilità.
Il Clerici già si era coperto di ulteriore vergogna quando l'ottobre scorso, era riuscito a non parlare della vincitrice del Master (guarda caso Caroline Wozniacki, a lui invisa fin da quando la ribattezzò robottina, con il suo solito umorismo da asilo infantile) ma aveva parlato della perdente, ovveroVenus Williams (ma chi l'avrebbe mai detto?) facendo l'apologia del modo in cui, aveva evitato un bel e meritato bagel nel secondo set. Una cosa talmente patetica da risultare divertente.
Altrettanto divertente, per chi è di stomaco forte, era l'articolo di domenica, un articolo che sembrava scritto da un ubriaco in preda ad una sbronza triste, triste ed incazzosa.
In questo articolo si spacciava come orribile un incontro che tutti gli osservatori, compresi Rod Laver e Billie jean King, hanno reputato uno dei migliori degli ultimi anni. e no solo loro se si leggono le reazioni di altre tenniste, giornalisti, sportivi ed ex-campioni di tennis . Addirittura Gianni Clerici arriva a sostenere che "gli ultimi 16 punti erano indegni di una finale slam". Qui potete vedere il penultimo punto del match un punto di una bellezza assoluta: c'è tutto, la tensione, l'agonismo, la forza, la tecnica...
 

Tutto il discorso di Clerici è in realtà motivato dalla contrarietà al gioco moderno, per giustificare la sua acredine il giornalista tira in ballo nomi del passato e del trapassato, addirittura Suzanne Lenglen lamentando il fatto che "non si vada pià a rete". Questo è un discorso già più accettabile, ma non si va più a rete nel femminile ma ancora di più nel maschile, e questo a causa dei cambi di materiale, superficie e persino palline che consentono ai giocatori di chiudere il punto senza venire a rete. Da ciò l'inutilità di venire spesso a rete. In ogni caso va ricordato che nella finale femminile SImona Halep ha conquistato 7 punti a rete in tre set, Caroline Wozniacki 6, il sommo Roger Federer solo 4 in 5 set!
Però Clerici si è ben guardato di rimproverare questo a Federer.  Per finire lo sciagurato scriba sputa anche sulla cerimonia di premiazione, parlando di "solite lacrime".  In realtà di lacrime se ne sono viste di più nella cerimonia di premiazione maschile, ma evidentemente hanno un valore diverso... Viceversa la cerimonia femminile di premiazione ha visto grande e sincera sportività e anche una Wozniacki molto spiritosa con le sue battute sui capelli ingrigiti del padre sopo il match e a riguardo di una futura copertina di Elle, battute che hanno fatto ridere a crepapelle anche i solitamente seriosi commentatori d EuroSport.
Spiace che a Gianni Clerici tutto ciò sia sfuggito, ma è un problema soltanto suo, alla fine.
A qualcuno rimane lo Slam, a qualcun altro solo  tanta invidia...
PS
Per chi si fosse perso il match...