lunedì 10 settembre 2018

Dimenticare ( e possibilmente rottamare) Serena Williams


Serena Williams è stata (parlo al passato e senza pentimenti) una grande, grandissima campionessa.
Ma è sempre stata una giocatrice profondamente scorretta, arrogante, vittimista fino al paradosso.
ha boicottato per anni il torneo di Indian Wells perché gli spettatori erano "razzisti".
Possibile che in California, uno Stato dove Obama ha sfiorato il 70% dei voti, ci siano atti di razzismo verso la povera milionaria? In realtà è improbabile e allora vediamo cosa era successo realmente. Era successo che la partita fra le due sorelle Williams non si era svolta per il presunto infortunio di  Venus, e il pubblico aveva interpretato questo come una gabola (e probabilmente lo era) e da qui i fischi. Ma giocare la carta del vittimismo è una costante per Serena. Nel 2009 non accettò la decisione di un giudice di linea (donna, va ricordato) e si mise ad urlare epiteti e a minacciare. Le fu dato un game di penalità e perse. Anche qui scuse e giustificazioni a valanga.
Le accuse di sessismo che, dopo  aver perso la finale contro la ventenne giapponese Naomi Osaka, che l'ha sballotata da un punto all'altro, del campo prendendola letteralmente a pallate, la campionessa americana ha rivolto all'arbitro Ramos, reo di aver applicato il regolamento in modo severo ma inoppugnabile (il coaching è vietato, non si spaccano le racchette e non si insulta l'arbitro) sono ridicole prima ancora che insensate.
Tirare in ballo presunti privilegi degli uomini (ma Serena stava giocando contro una donna) è una scusa debole e facilmente smentibile.
Fognini lo scorso anno fu squalificato e bannato da quella edizione del torneo per insulti "sessisti" verso un'arbitro donna. Del Ban fu vittima anche Bolelli, che giocava il doppio con Fognini e si trovò escluso incolpevolmente. Shapovalov perse una partita decisiva in Davis Cup per aver colpito l'arbitro con una pallata, peraltro involontaria.
Serena in passato ha insultato anche arbitri donne (you're ugly inside!) e sue colleghe (Vinci e Henin).
A Wimbledon aveva cercato di colpire con una pallata la Kerber, senza scusarsi del gesto, e alla fine aveva contraccambiato molto freddamente l'abbraccio della correttissima avversaria.
La realtà è che il sessismo e le altre storielle sono aria fritta. Serena Williams sa di essere alla frutta, sa che il suo tempo sta, inesorabilmente, passando.
Sa che non è più competitiva ai massimi livelli, e allora la butta in caciara, in rissa.
Il suo piano tattico era evidente. trasformare l'incontro in un match di wrestling, dove avrebbe avuto più possibilità.
Bravissima quindi la Osaka a chiudere il match, senza tremare, da campionessa vera.
E allora facciamo una riflessione. La Williams, direi le Williams, hanno fatto la storia di questo sport.
Ma il loro tempo è passato, nel bene e nel male, ed ora che siano altre giocatrici, forse non più forti, ma più corrette e simpatiche a prenderne il posto.
Quindi che la WIlliams si dedichi all'educazione di sua figlia, sempre che ne sia capace, e lasci da parte i campi da tennis.
E ricordiamo cosa dicevano i latini "Vae Victis" Guai ai vinti.