mercoledì 26 dicembre 2018

Camila Giorgi: bilancio 2018 e prospettive 2019


Per Camila Giorgi il 2018 è sicuramente stato un anno positivo. Partita da posizioni vicine alle 100 del mondo ha saputo dare subito una svolta alla sua annata a Sidney, dove ha sfoggiato tutto in un colpo i miglioramenti che si erano intravisti nel 2017 ( vanificati da tuttii gli infortuni capitati), e che non erano sfuggiti ai veri intenditori.
Successivamente, dopo i soliti piccoli problemi fisici che la perseguitano da sempre, è arrivata una più che discreta stagione sulla terra, in cui solo a Roma si può dire che abbia deluso, e che poteva essere anche migliore se avesse sfruttato l'occasione contro Sloane Stephens a Parigi.
Lìapice p stato tuttavia il torneo di Wimbledon, dove ha raggiunto per la prima volta i quarti di uno slam, tra l'altro in un torneo per i colori azzurri generalmente molto difficile, perdendo in un match giocato comunque bene, contro Serena Williams. Altalenante la stagione sul cemento americano, con buone vittorie (sorpattutto Sevastova, letteralmente presa a pallate) ma anche sconfitte cocenti (contro Venus si poteva e doveva fare di più)
Poi la vittoria contro Caroline Wozniacki a Tokyo e la vittoria nel torneo di Linz, hanno suggellato l'annata di Camila, portandola nelle prime 30 del mondo, obiettivo da anni rincorso vanamente.
Nel corso della stagione Cami ha fatto vedere proprio quel tipo di miglioramento tattico da molti invocato e che i suoi critici " a prescindere" (ma anche i suoi fan puri e duri) ritenevano impraticabili o non consigliabili. Una maggiore disciplina tattica, una maggiore calma nell'attaccare, l'uso persino di qualche palla più lavorata, oltre che una maggiore disciplina e, quindi, efficacia nel servizio, hanno portato i loro frutti, non ancora maturi al 100%
Credo che continuando a lavorare in questa direzione, magari se al riparo da infortuni vari (anche se Camila evidentemente non riesce ad evitarli, quindi questa è più una speranza che altro) l'entrata nella top 20, e forse anche 10, sarà tutt'altro che impossibile.
E magari anche qualcosa di più di un quarto di finale slam.

martedì 25 dicembre 2018

Buon Natale da Pallettare e Sparapalle

Tanti auguri ai lettori di "pallettare e sparapalle" a tutte le tenniste, i tennisti, i coach e gli arbitri per un 2019 tennistico che sia strepitoso !

venerdì 21 dicembre 2018

Eugenie Bouchard: bilancio 2018 e prospettive 2019


L'annata 2018 di Eugenie Bouchard è stato un anno difficilissimo per la giovane campionessa canadese, ma alla fine è stato un anno se non proprio positivo, un anno fondamentale nel percorso di crescita, maturazione, potremmo dire l'anno dela rinascita di Genie.
L?anno era iniziato in modo che peggiore non poteva essere, abbandonata da molti sponsor, in crisi di risultati, classifica e forse anche motivazioni, peggio ancora seguita dall'uomo sbagliato nel momento sbagliato, quell'Harold Solomon, noto come "il sorcio" ai tempi di Panatta, che da tale si è comportato andando a sedersi nell'angolo dell'avversaria durante un match di Bouchard.
Abbandonato al suo destino l'indegno individuo, Genie ha dovuto affrontare il processo per la caduta durante gli US Open 2015, là dove la sua decadenza era iniziata, e ne è uscita vincente.
Questo le ha portato forse più sicurezza, forse ha finalmente potuto concentrarsi sul gioco. La duplice vittoria in Fed Cup contro le ucraine Bondarenko e Tsurenko, vittoria fondamentali per il Canada, le hanno dato quel tanto di fiducia in più per provare l'ardua risalita.
E così ha cercato un team all'altezza delle sua ambizioni, partendo dal quasi ottuagenario Lansdorp, passando per il già conosciuto Sinner, fino a trovare in Michael Joyce forse l'uomo che la riporterà al posto che le appartiene, ovvero ai vertici del ranking.
Gli infortuni l'hanno costretta fra aprile e giugno a non fare tornei, perdendo i punti di Madrid nel 2017, e quasi uscendo dalle 200 nel ranking, ma è stato proprio lì che qualcosa è scattatato
Genie ha superato brillantemente le qualificazioni a Winbledon, per fermarsi solo al secondo turno dopo aver avuto la palla per andare al terzo contro la Barty,  poi è arrivata in semifinale a Gstaad, fermata più dall'ennesimo infortunio che dalla Cornet, per poi superare lasciando pochissimi game alle avversarie, qualificazioni e primo turno di Us Open, fermata più dalle proprie incertezze che dalla Voundrosova nel secondo turno. Un'occasione persa questa, perché avrebbe potuto persino spingersi ai quarti di finale, dopo questo risultato mancava poco al raggiungimento dell'obiettivo minimo, il rientro nella top 100 e la possibilità, finalmente, di entrare nel main draw degli Australian Open e degli altri tornei slam per il 2019. Ma alcune brutte prestazioni inducono Genie a cambiare ancora, ed ecco entrare Michael Joyce nel ruolo di allenatore. Il risultato è straordinario: a Lussemburgo Genie supera 3 turni di qualifica, battendo giocatrici interessanti come Teichman e Ponchet, batte facile la Babos, e poi gioca una delle sue migliori partite di sempre, lasciando un solo game ad una Suarez Navarro tutt'altro che in cattiva giornata, ma semplicemente travolta dal gioco spumeggiante della canadese. Ma non è finita qui perché Bouchard batte, seppur per ritiro, anche la Petkovic e gioca un ottimo match anche contro la esperta e talentuosa Julia Goerges, con la quale si trova a condurre per 7-6 5-3 a soli 2 punti dal match, prima di subire il ritorno della tedesca, probabilmente anche a causa dela stanchezza accumulata nei 6 match precedenti. Questo (quasi ) successo porta comunque Genie nelle prime 90 (in questo momento è 87)  e quindi abbondantemente dentro i MD dei futuri slam.
Quali prospettive? Molti non credono al ritorno di Genie nei piani alti, non dico altissimi della classifica, prima fra tutti la mitica Martina Navratilova, nota però per non azzeccarne una nemmeno per errore.  Peraltro l'anno passato ho letto pronostici che non volevano Genie rientrante neppure nelle 150 (!). Io invece sono fermamente convinto che Eugenie rientrerà, e alla grande, ai vertici del tennis mondiale. Non vedo motivo perché non dovrebbe succedere. Genie è una giocatrice completa, adatta a tutte le superfici, come dimostrato dalle 3 semifinali slam raggiunte su tre superfici diverse (ma gioca anche molto bene sul veloce indoor). Sa giocare in difesa e all'attacco, è forte da fondocampo e a rete, serve bene però risponde meglio. Ha avuto una lunga crisi, dovuta in parte alla pressione avuta dopo il 2014, in parte alla caduta nella doccia degli Us Open 2015 ed al relativo processo che indubbiamente l'ha distratta, ed in parte a problemi fisici e scelte sbagliate di allenatori (Solomon, ad esempio). Ora con buona salute, più motivazioni e uno staff adeguato non vedo perchè non debba tornare in alto. E poi chi dovrebbe impedirglielo, le quarantenni e sfiatate sorelle Williams? La Maria Sharapova, che ormai va in campo come attività collaterale alle svariate altre che le fruttano molto di più? O le varie Barty, KasatkinaSabalenka e Ostapenko e consimili?
Mi sbilancio e lo dico Eugenie Bouchard minimo nelle prime 15 del mondo a fine stagione, ma una sua partcipazione a Singapore e magari la conquista di uno slam non sono impossibili.

domenica 16 dicembre 2018

Caroline Wozniacki: riassunto 2018 e prospettive 2019


Il 2018 è stato, anche per Caroline, un anno ambivalente, alcuni acuti in mezzo a molti, forse troppi, bassi. Eppure è stato l'anno in cui la dolce danese ha raggiunto il suo più importante e riconosciuto traguardo: la vittoria in uno slam ed è ritornata, esppure provvisoriamente, al numero uno della WTA.
Infatti l'annata era iniziata trionfalmente, con una finlae ad Auckland, e la vittoria agli Australian Open, traguardo raggiunto  meritatamente dopo un percorso che, all'epoca, molti faciloni definirono facile, ma in realtà era irto di ostacoli non facili. La Buzarnescu al primo turno, la Bertens (poi approdata alle prime 10 e al Master di fine anno) una giocatrice di grande talento ed inventiva come la Rybaricova, la sempre verde Suarez Navarro, e quella Mertens che ha disputato la sua migliore stagione nel 2018 raggiungendo la top 15 nonr appresentano certo un percorso facile, tutt'altro. E ritrovarsi in finale una maratoneta come la Halep non è uno scherzo. Caroline ha vinto e con merito e nessuno gli toglierà mai questo successo. Casomai ci si può stupire che il raggiungimento di questo traguardo sia arrivato così tardi, come ventottesimo torneo vinto nella carriera, quando per  altre è arrivato dopo pochissimi tornei vinti.
Il trionfo nello slam australiano le ha consentito anche di tornare al primo posto delranking, cosa che non le succedeva dal 2012, e di aumentare il numero di settimane in classifica alla numero 1 portandolo a 71
Caroline ha continuato bene la sua annata con una semifinale a Doha, persa per un soffio contro una eccellente Kvitova: Da lì in poi un calo di forma non le ha consentito di essere fra le protagoniste ad Indian Wells a Miami, ed è stata risorpassata in classifica da Simona Halep. Tuttavia la sua stagione sulla terra è stata discreta, anche se le sconfitte contro Kontaveit a Roma e Kasatkina a Parigi hanno lasciato l'amaro in bocca, mostrando una Caroline poco determinata e fallosa. Sull'erba ha invece colto un successo importante ad Eastbourne, battendo Konta e Kerber in un match fra i più belli dell'anno, e regolando l'emergente Sabalenka in finale. Delusione totale invece a Wimbledon, dove ha perduto dalla mediocre Makarova, che già l'aveva sconfitta agli US Open 2017 sempre al secondo turno.
L'estate americana è stata costellata di infortuni,  che Caroline ha denunciato più tardi essere dovuti ad una malattia autoimmune (come quella avuta da Venus Williams) . Tuttavia Caroline ha stupito ancora, riuscendo a cogliere una ennesima vittoria in un torneo prestigioso, questa volta quello di Pechino, in cui ha battuto nell'ordine Bencic, Martic, Kontaveit, Siniakova, Wang (in quel momento quasi inarrestabile,)  ed infine Sevastova, raggiungendo il terzo successo stagionale e quota 30 tornei vinti in carriera, quarta tra le tenniste in attività. Il Master non è stato fortunato, Caroline è capitata nel gruppo indubbiamente più difficile, e pur giocando tre match tutti ad alto livello, in particolare contro la Svitolina, dove ha giocato in modo straordinario per un set e mezzo prima di arrendersi ad una Svitolina in stato di grazia.
Come si può vedere è stata nell'insieme una annata positiva, ma che avrebbe potuto esserlo anche di più, se "Caro" avesse sfruttato alcune occasioni favorevoli e se non ci fossero stati i  problemi fisici estivi, che indubbiamente hanno frenato Caroline proprio nel momento per lei più favorevole dell'anno, quello delle leg americana e asiatica.
Quali le prospettive? I problemi fisici che ha denuncuato lanciano un'ombra sul proseguimento della sua carriera, ma va detto che Caro non hamai neppure accennato al ritiro. E' sembrata ancora una volta determinata, pronta ad affrontare anche i nuovi problemi con coraggio e determinazione, le 2 qualità che l'hanno portata ad entrare nella storia del tennis scandinavo e mondiale, e che le permetteranno, magari con una più attenta programmazione di essere sempre al top e di vincere i suoi 3 tornei all'anno, magari anche 4, e magari almeno un altro titolo slam o il master.

martedì 11 dicembre 2018

Angie Kerber: bilancio 2018 e prospettive 2019

La nostra piccola (è alta 173 cm scarsi, anche se molti la chiamano kerberona...valli a capire) e grintosa tedesca può essere soddisfatta di una annata che ha visto più luci che ombre,  ma che non ha raggiunto gli apici del mitico 2016 e che nella parte finale ha riservato qualche sorpresa non gradita.
IL cambio di allenatore ha avuto un grande impatto su Angie. più sicura al servizio e nei colpi da fondo campo.  53 vittorie a fronte di 19 sconfitte pongono questa stagione appena dietro alla irripetibile (?) stagione 2016.
 La    stagione di Angie è stata un crescendo:  vittoria a Sidney dopo una eccellente Hoppman Cup, semifinale agli Australian Open persa dopo un match maratona contro la Halep che è passata alla storia come uno dei match più intensi di sempre,  quarti a Doha, Semifinale a Dubai,  quarti ad Indian Wells e Miami, delusioni in Fed Cup contro la fortissima Cekia e nel torneo casalingo di Stoccarda, seguite però da una stagione sulla terra rossa decisamente buona per gli standard di Angelica, che notoriamente non ama troppo la argilla: Quarti a Roma, perdendo dalla vincitrice Svitolina, quarti anche al ROland Garros, anche qui sconfitta in tre set dalla futura vincitrice Halep, dopo aver battuto la forte Bertens.
Il meglio è venuto sull'erba: semifinale ad Eastbourne, battuta solo dalla amica (e futura vincitrice) Caroline WOzniacki, dopo un match point annullato con uno dei punti più spettacolari della stagione, e la vittoria " a sorpresa" nel più prestigioso torneo del mondo, ovviamente Wimbledon, con la vittoria in finale contro Serena Williams, dopo aver battuto signore giocatrici come OSaka, KAsatkina e Ostapenko.
Da qui in poi un certo appagamento è subentrato, e Angie si è trascinata tra qualche vittoria convincente e troppe sconfitte, fino ad arrivare alla imprevista rottura con l'allenatore Wim Fissette, che con le sue atlete riesce a realizzare grandi cose, ma poi non dura molto, il che fa penare a qualche limite caratteriale di questo pur valido allenatore.
In ogni caso, nonostante un finale di stagione ed un Master sotto tono, Angie ha concluso al numero 2 la stagione, realizzando così la sua seconda migliore stagione di sempre con la conquista del terzo slam.
Angie per la prossima stagione ha deciso di affidarsi a Rainer Schuettler, secondo Boris Becker l'allenatore ideale ( ma sappiano che Boris tende a "spararle" grosse, come molti ex-atleti)
quali le prospettive per Angie nel 2019?
Innanzitutto bisognerà vedere come funzionerà questo sodalizio con il nuovo allenatore. Se le cose dovessero andare bene, penso che Angie non deluderà.
Va detto che la ragazza di Brema ha superato i 30 anni, ma vediamo molte atlete che non solo hanno retto, ma hanno dato il meglio proprio raggiunta quella età. Angie non si è spremuta in giovane età, quindi dovrebbe avere ancora abbastanza benzina per disputare almeno un paio di stagioni ai suoi migliori livelli.
Non credo sia appagata, come è stata nel 2017, e se un po' di appagamento c'è stato nella seconda parte, sicuramente è stato superato. Il suo problema può essere che ha molti punti da difendere nella prima parte di stagione, ma una possibile vittoria agli Australian Open potrebbero proiettarla in vetta alla classifica permettendole di gestire meglio la stagione,
Credo che sia difficile avere la continuità avuta l'anno passato, ma una migliore gestione delle risorse atletiche potrebbe mantenerla nelle prime 5 e magari farle conquistare il quarto slam.

domenica 9 dicembre 2018

Camila Giorgi the best of 2018

Ed eccoci alla nostra Camila nazionale, capace on questa annata di rimontare dalla posizione 100 in cui si trovava a metà gennaio, fino ad entrare nella TOP 30, con ottime prestazioni sparse un po' qua ed un po' là, in particolare a Sidney (forse il suo miglior torneo di sempre, dove battè di fila e facilmente Sloane Stephens, fresca vincitrice agli US Open, Aga "la Maga Radwanska" e Petra Kvitova prima di arrendersi ad una scatenata Angie Kerber) Praga, Roland Garros (fermata da Stephens) Wimbledon (fermata da Serena Williams dopo aver dominato il primo set), il torneo di Tokyo con la prestigiosa vittoria su Caroline Wozniacki ed il trionfo a Linz, non entusiasmante magari per avversarie battute ma indice di una finalmente raggiunta maturità.
Ho pensato di condensare per quanto ho potuto la stagione di Camila in questo video
Buona visione a tutti!